Fontes Tamarici

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Fontes Tamarici
Fuentes Tamáricas
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
LocalitàVelilla del Río Carrión
Coordinate42°49′24″N 4°50′45″W / 42.823333°N 4.845833°W42.823333; -4.845833
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneI secolo a.C.
Stileromane
Usofontane, presagio
Altezza1,5 m

Le Fontes Tamarici, in spagnolo Fuentes Tamáricas (italiano: Fontes Tamaricas) a tre prossimi sorgenti situate dallo storico e geografo romano Plinio il Vecchio nella Cantabria classica, e dal XVIII secolo sono stati individuati con la fonte di La Reana a Velilla del Río Carrión (Palencia), Spagna. Le prime notizie dellas fontes, da Plinio, risalente al tempo della conquista romana della Cantabria, dove la sua particolarità bene e uscire senza spiegazioni citato, e la sua intermittenza considerato di buon auspicio in questo momento.[1]

La fonte del Reana è stata dichiarata Bien de Interés Cultural a partire dal 1961.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È noto che i tamáricos Cantabri che abitavano la zona dal III secolo a.C. adorato acque e le fonti sacre. Non è noto l'anno esatto della sua costruzione, ma è chiaro che quando i Impero romano conquistarono Cantabria (anno 19 a.C.), Ha trovato queste fonti che hanno attirato l'attenzione di larghezza. Lo scoppio irregolare svuotamento le sue acque e inaspettato, accompagnato dal rumore che precede il riempimento sottoterra, doveva essere in quel momento questione di rispetto e di adorazione. Forse essi sono stati utilizzati come bagni, lavanderia e augurio.[2] È stato anche suggerito che il gruppo potrebbe essere dedicato a un dio delle acque, in cui sono state effettuate le previsioni in base al loro riempimento irregolare e lo svuotamento del ciclo. Nel XIII secolo è stato costruito accanto a una eremo dedicata a Giovanni Battista, per cristianizzare il luogo ed eliminare tutti i rapporti con riti pagani.[3]

La maledizione di Plinio[modifica | modifica wikitesto]

Studi naturalista e geografo Plinio il Vecchio sulle terre occupate dall'Impero Romano sono cruciali per la conoscenza e la posizione dellas Fontes Tamarici. Nella sua Naturalis historia, XXXI, 3, è dove allude la sua particolarità:

«I Tamaricas Fonti di Cantabria servire presagio. Sono tre a otto piedi. Essi si fondono in un letto, ciascuno con un grande flusso. Di solito a secco per dodici giorni e, a volte fino a venti, senza lasciare segni di acqua, mentre un'altra fonte adiacente ancora scorre senza interruzione e in abbondanza. Di cattivo auspicio cercare di vederli quando corrono, come è accaduto di recente ha l'eredità Lartius Licinius, il quale, dopo la sua pretura, andò a vederli quando hanno finito, e sono morti sette giorni.»

Lartius Licinius era un grande sostenitore del lavoro di Plinio, con il suo intenso desiderio di conoscenza di nuove scoperte, ha visitato le sorgenti quando erano nella loro fase secca e morì dopo circa una settimana nel 70 della nostra era.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Santa María la Real Todo el románico de Palencia (2015). ISBN 8415072406, p. 132.
  2. ^ Torres Martínez, Juan. El Cantábrico en la Edad del Hierro: medioambiente, economía, territorio y sociedad. Real Academia de la Historia (2011). ISBN 8415069286, p. 463
  3. ^ Palencia Turismo Velilla del Río Carrión Archiviato il 9 maggio 2016 in Internet Archive.. Retrieved 23-04-2016
  4. ^ Pliny XXXI 24: «sicut proxime Lartio Licinio legato post praeturam; post septem enim dies occidit».

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